In merito al rapporto diffuso da Greenpeace sulla asserita presenza di PFAS nelle acque di rete, Abbanoa precisa quanto segue:
- I dati diffusi, nonostante un’eccessiva enfasi allarmistica del rapporto, se effettivamente reali dimostrerebbero al contrario il rispetto dei parametri previsti dalle normative che fissano il limite a 100 nanogrammi per litro. Olbia, che viene indicata dal rapporto come centro con il valore più alto: sarebbe quindi a meno della metà del limite.
- Ci sono poi incongruenze inspiegabili. Cagliari e Quartu sono alimentati dallo stesso acquedotto ma hanno valori del tutto differenti: 21 contro 1,8.
- I PFAS sono legati perlopiù all’inquinamento di attività industriali intensive con effetti sulle acque sotterranee di falda. L’approvvigionamento idrico della Sardegna ha il record nazionale (75%) di dipendenza dagli invasi artificiali, e quindi da acque di superficie, che si trovano in contesti per lo più montani non certo caratterizzati da attività industriali.
- Non sono stati resi noti i punti di campionamento utilizzati per il rapporto (né le procedure seguite per non alterare i referti) sui quali faremmo ben volentieri le immediate controverifiche.
- Il laboratorio certificato di analisi Abbanoa è accreditato per i controlli chimico-fisici e microbiologici finalizzati ad assicurare la qualità dell’acqua potabile distribuita in rete. Il laboratorio nel corso dell’anno preleva circa 8000 campioni di acque potabili, mediante i quali monitora costantemente e accuratamente le caratteristiche dell’acqua e la sua rispondenza ai requisiti di legge.